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Turismo ed enogastronomia sono da sempre cavalli di battaglia in Italia. Basti pensare che nel 2017 il Bel Paese si è classificato terzo nell’Unione Europea, per numero di notti trascorse in strutture ricettive (dati Eurostat) e che oltre 110 milioni di turisti si sono diretti nella Penisola per motivazioni culinarie, un numero raddoppiato rispetto al 2016 (fonte Isnart-Unioncamere).
Dati alla mano quindi potrebbe essere una buona idea aprire un agriturismo per cominciare “in proprio” una vera e propria attività lavorativa o cambiare il lavoro che già si svolge, all’insegna di un reinventarsi professionalmente. Ma attenzione, per aprire un agriturismo sono necessari precisi requisiti. Inoltre, ogni regione italiana ha norme specifiche in merito, che regolano ad esempio il numero massimo di ospiti per struttura e questo richiede un’ulteriore accortezza nell’avvicinarsi a questo settore. Ma cerchiamo di fare maggiore chiarezza e realizzare una sorta di guida utile per chi volesse intraprendere questa strada professionale.
Nel pensare a un tariffario per i clienti è necessario tener conto anche dell’organizzazione dei pasti, dato che fino a 10 coperti può essere utilizzata la cucina domestica, oltre è necessario adibire uno spazio apposito. Inoltre, i periodi d’apertura al pubblico dell’agriturismo sono da comunicare al comune in cui si svolge l’attività (a differenza di quelli di chiusura, che invece non vanno comunicati) ed entro il 31 ottobre di ogni anno, gli imprenditori agricoli hanno l’obbligo di presentare una dichiarazione alla regione d’interesse, riportante le tariffe massime richieste alla clientela per l’anno a venire (periodi di alta e bassa stagione).
Come per gli alberghi, che utilizzano le stelle, anche gli agriturismi hanno una loro griglia di valutazione nazionale da 1 a 5 girasoli, che è stata introdotta nel 2013 dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ed elaborata insieme al Dipartimento del Turismo, Regioni, Associazioni Agrituristiche, Istat e Touring Club. Le valutazioni tengono conto del livello di comfort offerto dalle singole strutture, delle caratteristiche generali, delle alternative ricreative e di svago proposte alla clientela e dei servizi che l’agriturismo è in grado di erogare in termini di valorizzazione dei propri prodotti agricoli e del paesaggio naturalistico circostante. Sono classificabili con i girasoli soltanto aziende agrituristiche che offrono il servizio di ospitalità, con o senza la prestazione di altri servizi. In tutti gli altri casi, l’azienda può comunque richiedere l’utilizzo del marchio nazionale “Agriturismo Italia”, sottoscrivendo un atto d’impegno. Sul portale nazionale ufficiale Agriturismo Italia e nei vari siti regionali è possibile informarsi sulla certificazione riconosciuta a livello nazionale, leggere news del settore, aggiornarsi su eventuali finanziamenti e consultare la lista degli agriturismi autorizzati sul territorio.